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Storia del tarallo

Quando sia stato per la prima volta coniato il termine "TARALLO", non ci sono certezze, ma più volte si è cercato di capire quale fosse la discendenza di questo termine.

Ecco quindi che dal latino il verbo torrere, che il significato di abbrustolire, oppure dal francese toral, che vuol dire essiccare, ma molto probabilmente, la parola tarallo è legata a quella di una tipologia di pane greco, conosciuta come daratos, che aveva delle caratteristiche simili a quelle del tarallo stesso.

E non è un caso, visto che la Puglia si trova non molto distante dalle coste greche, e che nei secoli ha ricevuto influssi di ogni genere dalla cultura e dalle tradizioni elleniche.

Se per l'origine della parole non vi sono tuttavia certezze, molto più chiara è l'origine dell'utilizzo dei taralli.

Mentre oggi il tarallo, accompagna sempre qualche altra tipologia di cibo, di bevanda, viene utilizzato per gli aperitivi, come pane durante i pranzi o le cene, per essere accostato ad alcuni piatti della tradizione, la sua nascita, è molto più legata alla necessità di sfamare le persone delle classi meno abbienti.

Ecco quindi che i fornai, in tempi nei quali c'era necessita di sfamare bocche che altrimenti rischiavano di rimanere vuote, con i ritagli degli impasti del pane, formavano dei cilindretti che poi andavano ad arrotolare formando le caratteristiche forme ad anello dei taralli. La cottura avveniva proprio contestualmente a quella del pane, e questi "scarti" della produzione venivamo poi gustati, talvolta come unico pasto, da tutti coloro che necessitavano di qualcosa da mettere sotto i denti.